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Julie

Tratta dall'omonimo dramma di Strindberg, Julie di Philippe Boesmans è un'opera dal formato ridotto, sia per l'organico vocale e strumentale che per la durata di 70 minuti. La regia di Manfred Schweigkofler sottolinea l'aspetto teatrale e moderno del testo, calando l'azione nella suggestiva scenografia di Cristina Alaimo, che ambienta il dramma su una lunga estretta pedana immersa in una misteriosa foresta di betulle. La partecipazione attiva degli strumentisti all'azione scenica conferisce all'allestimento una forza drammaturgica del tutto inedita. La produzione - che ha suscitato commenti entusiastici da parte della critica nazionale e internazionale - può essere accompagnata dal percorso didattico Oper@4U, articolato progetto di avvicinamento all'opera contemporanea per studenti e docenti delle scuole superiori.

Regie / Regia / Director
Manfred Schweigkofler

Bühnenbild und Kostüme / Scene e costumi / Set and costume design
Cristina Alaimo

Dirigent / Direttore / Conductor
Joana Carneiro

Sänger/ Cast vocale / Singers
Cynthia Jansen / Marlene Lichtenberg, Marcus De Loach /Timothy Sharp, Lara Martins / Martina Bortolotti

Ensemble
Accademia Neue Musik Bolzano


Note di regia


Sono entusiasta di Julie da quando ho letto il testo per la prima volta per i miei studi all'università, da quando ho studiato le relative annotazioni di Strindberg (che è subito diventato uno dei miei modelli per quello che scriveva sul teatro), da quando ho potuto io stesso recitare nei panni di Jean, diretto da Rudi Ladurner, con Giorgia Cavini e Priska Kröss per il Theater in der Altstadt di Merano. Un processo personale, al quale ho potuto partecipare come lettore, come attore/interprete e come regista di teatro musicale.

Julie-Jean è uno dei grandi giochi di tensione della soria della letteratura. Un campo d'azione di violenza sociale e sessuale. Lui vuole salire, con utti i mezzi, permessi e non. Lei tira verso il basso, in parte volontariamente, in parte lei stessa tirata da un'indignazione causata da se stessa. Inizia così, per gioco, e finisce in catastrofe. Una guerra di trincea psicologica e drammatica, condotta con le armi dell'emozione e della sensualità. Una danza di morte in un'ubriacatura di istinti. Lui scopre il tiranno, risveglia la bestia che è il lui, lei lecca sangue e muore nella sua stessa ferita aperta. Il lucherino morto diventa un cattivo presagio appeso al muro.

In una notte il mondo si sfascia. Un piccolo cerino scatena il fuoco nel quale moriranno i protagonisti dell'azione. In questo c'è anche uno dei grandi parallelismi che si può disegnare coi nostri tempi. Jean e Julie potrebbero tranquillamente essere figli del postmoderno, contemporaneamente aristocratici e schiavi del relativismo. L'equilibrio sta per rompersi. La ricerca e il desiderio degli estremi lasciano il centro vacillante. Però ciò che si è compiuto non può riavvolgersi e tornare indietro. La festa dei giochi innocenti è finita. La frase di N.C. Kaser "Indietro non si torna e ciò che ci sta di fronte ci fa orrore" si addice a noi e ai nostri tre protagonisti.

In questa sonata di fantasmi di illusioni verticali, Kristin, la figura meno appariscente, appare la più salda. Kristin è rimasta nella dimensione orizzontale, si aggrappa fortemente ai suoi parametri. Mentre Julie si è giocata il suo rientro alla vita, Kristin ci è ancora dentro e non vuole abbandonarla. Meno è meglio. Una certezza senza pretese e, quindi, foriera di speranza.

Nella musica di Boesmans ho trovato il riflesso di questi sentimenti, queste attrazioni e queste repulsioni, che sono instrinseche ai personaggi. Come un guizzo di muscoli, che fa contrarre e poi di nuovo rilassare la narrazione.


Manfred Schweigkofler


"La prima italiana è stata voluta e firmata con una regia toccante e aspra da Manfred Schweigkofler"

La repubblica, Angelo Foletto, 12.01.2009

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"Julie, un gioiello in casa di bambole

In questa nuova produzione, molto gradevole, firmata per Bolzano da Manfred Schweigkofler, che del teatro è anche Intendant, merita di girare per altri palcoscenici poket."

Il Sole 24 ore, Carla Moreni, 11.01.2009

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"La regia di Manfred Schweigkofler ha il pregio di arrichire quest´opera di teatro"

Giornale della musica, 12.01.2009

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"sensazioni forti, carnali"

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